mercoledì 13 maggio 2009

L’eterno splendore della mente immacolata.

Mi sono spesso sentito così. Vedevo la mia mente vuota, non perché non pensassi alle cose, ma semplicemente perché nonostante cercassi di riempirla di tutto questa rimaneva sempre immacolata, immacolata nel senso di nera, di un nero che rimaneva splendente nella sua perfezione. Un nero avvolgente, che mi faceva pensare di stare meglio.



Ho imparato a stare da solo, a contare solo su me stesso,
non perché non avessi qualcuno che mi aiutasse,
semplicemente volevo che fosse così.

Volevo stare da solo per imparare ad essere forte, imparare ad essere forte per tutti.

Tutto ciò che mi aveva affossato non era nulla, perché io non temevo paure, non temevo sconvolgimenti. Avevo deciso, nulla mi avrebbe più scalfito.
Ma non capivo, non sapevo. Dentro di me cambiavo, diventavo diverso, più cinico, più disilluso.
Poi tutto è cambiato. In un giorno, in un mese. Ho visto te.
E non capivo. Mi incuriosivi, mi attraevi, ma in un modo strano. I tuoi silenzi, la tua timidezza.
All’inizio era un qualcosa, e come tante altre volte non sapevo che cosa provavo, che cosa volevo. E tu mi investivi, mano a mano che ti facevi più vicina a me.
Che stupido, io ti spingevo...perchè non capivo come potessi voler essere vicino a me, e non a qualcun altro, perchè non capivo cosa dovessi fare.
E la cosa bella era che non dovevo fare nulla, ma essere semplicemente me...
E tu con pazienza hai aspettato, sapevi già come sono fatto, sapevi che sarebbe stata questione di tempo perchè capissi cosa provavo.
Ho seguito la tua luce, che timida mi ha iniziato ad illuminare l’animo, ancora una volta, quando non lo pensavo possibile.



Grazie di avermi illuminato la vita.

~Giacomo~

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